L’industria boschiva, per una montagna ricca di legname come l’Aspromonte, ha rappresentato il più importante comparto economico del comprensorio.
Sino al secolo scorso il legname era indispensabile per l’industria navale, nella costruzione di edifici, per le botti, ecc. e la segheria era l’opificio che lo lavorava.
La ricostruzione di una segheria e molto altro ancora è riportato nel pregevole volume “Tutto scorre” di Domenico Malaspina e Antonino Sapone, Laruffa Ed. 2019. Vi leggiamo che attestazioni di segherie risalgono alla prima metà del 1400. Giuseppe Melograni, Ispettore Generale dell’Amministrazione delle Acque e Foreste nel suo “Descrizione geologica e statistica di Aspromonte e sue adiacenze” del 1823 scrive “gran numero di seghe che sono in continua azione”.
Bisogna essere grati ai due autori per il prezioso lavoro di ricerca, relativo alla vallata del Gallico, e mi auguro che tali studi vengano estesi ad altre aree dell’Aspromonte.
Purtroppo, le fonti sono lacunose. Labili tracce appaiono nella cartografia o in foto aeree dove sono riportati i tracciati delle teleferiche https://www.laltroaspromonte.it/2021/04/26/friulani-in-aspromonte/
Delle decauville, ferrovie a scartamento ridotto per il trasporto del legname sino alle segherie, rimane qualche tracciato o qualche manufatto https://www.facebook.com/altroaspromonte/posts/470508358201869
Imponente, anche se in abbandono, è la segheria di Giffone. La segheria di Pantanizzi (in agro di Bagaladi) sino a pochi anni fa era ancora riconoscibile in alcune strutture murarie e macchinari. Ma oggi degli immobili rimane qualche brandello di muro e i macchinari non vi sono più. Una segheria veneziana è stata donata dall’imprenditore boschivo Poletto di Serra San Bruno al Dipartimento di Agraria dell’Università mediterranea di Reggio Calabria ed è situata nel piazzale retrostante l’edificio in attesa di essere montata.
La segheria De Leo, a breve distanza da Gambarie, è stata meritoriamente acquistata dall’Ente Parco nazionale dell’Aspromonte. Per la visita http://www.parconazionaleaspromonte.it/centri-visita-dettaglio.php?id=673
Infine, per chi scruta il passato anche attraverso i nomi dei luoghi, restano i toponimi: fontana della Serra, Sega di Pollia, Sega di Cufalo, Serra Vecchia e tanti altri.