Fiumara La Verde, un’epica avventura
Premessa
Col Trekking delle tre fiumare abbiamo raccontato della prima, pioneristica esplorazione dell’Aspromonte, nell’ormai lontano 1986.
All’avventura partecipò il giornalista e fotografo naturalista Franco Barbagallo. All’epoca avviò un’attività che lo portò a girare il mondo divenendo uno dei massimi professionisti con migliaia di servizi apparsi sulle maggiori riviste del settore e decine di volumi fotografici.
Ecco il suo ricordo e le immagini, inediti, di quell’esperienza.
IL RACCONTO
di Franco Barbagallo
Fra mille trekking in tutto il mondo, il più difficile e impegnativo è stato senza dubbio quello di tre giorni nel 1986 risalendo in Aspromonte la fiumara La Verde. Ero con la guida/esperto locale Alfonso Picone Chiodo, un filiforme lungagnone che si portava zaini sulle spalle che pesavano più di lui. Un entusiasta e appassionato che è poi stato capace di orientare la sua vita e il suo lavoro per la natura e la sua scoperta, soprattutto zaino in spalla. Il servizio doveva uscire sulla rivista “regina” Airone, con la quale avevo appena pubblicato due grossi servizi: La Traversata in sci alpinismo dell’Etna e Il Golfo di Noto in kayak da mare, che mi avevano dischiuso le porte di una collaborazione costante durata 25 anni. Solo che, alla fine, la nostra è risultata un’impresa epica, improponibile a tutti. Intanto perché serviva assolutamente una guida molto esperta. Poi perché bisognava essere molto preparati e capaci. I passaggi difficili, scoperti, potenzialmente pericolosi erano tanti. Pertanto, non fu pubblicato se non brevemente su Natura Oggi o Plein Air.
Ma rimase un’esperienza unica! Avevamo zaini notevoli, io anche attrezzatura e treppiede e ne è valsa comunque la pena, eccome. Tre giorni totalmente isolati dal mondo come fossimo in Papuasia. Dopo aver incontrato una donna che lavava i panni lungo la fiumara, non abbiamo più visto anima viva. Nel 1986 di canyoning non se ne parlava nemmeno, e noi abbiamo fatto canyoning al contrario, risalendo la fiumara dalla foce fin su in alto fra balze, rocce, canyon, strettoie, massi enormi da scavalcare o aggirare inerpicandoci come capre a fianco di cascate e laghetti di montagna inattesi dove rinfrescarci. Bevevamo quell’acqua con l’amuchina per renderla sicura, il cibo era il solito di un trek e la tenda sembrava una reggia. Eravamo giovani, entusiasti, motivatissimi. Sono poi tornato in Aspromonte tante volte: il bergamotto, Pentidattilo e per fare un gran bel servizio per Airone sul “Sentiero dell’Inglese”, della cooperativa Nuove Frontiere fondata da Alfonso e da Pasquale Valle.
La sublimazione del mio lavoro in Calabria (dove ho realizzato davvero tanti servizi per molte riviste) sono stati i due speciali per Airone: Calabria “Mare” e Calabria “Montagna”. Alla fine della realizzazione dei quali (in tutto si è trattato di 420 pagine, un vero e proprio libro) credo di aver avuto modo di conoscerla quasi quanto la mia Sicilia.
È stato molto bello scansire queste diapositive Kodakchrome 64, sepolte in un angolo del mio così vasto archivio, che mi hanno riportato indietro nel tempo in una delle più belle avventure della mia vita svolte con un caro amico, competente, gentile e educatissimo.
Oggi quelle foto sono un documento unico che testimonia un ambiente, dopo quasi 40 anni, ancora integro e selvaggio.
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