Edward Lear: diario di un viaggio a piedi
La Calabria del XIX secolo ospitò numerosi viaggiatori stranieri attratti dal fascino per il suo passato magnogreco e dal mito romantico del brigantaggio; nonostante ciò, molte zone del meridione calabrese rimasero a lungo inesplorate ed ignote a livello europeo. Una delle ragioni principali che mosse intellettuali e artisti del tempo ad intraprendere il viaggio verso l’estrema punta dell’Italia peninsulare – all’epoca denominata “Calabria Ulteriore Prima” – fu, dunque, la volontà di conoscerne luoghi, tradizioni, costumi ed opere d’arte per loro inediti. Tra i più celebri si deve citare l’inglese Edward Lear (Highgate, Londra 1812 – Sanremo 1888), illustratore, artista, musicista e scrittore vittoriano, autore di raccolte di numerosi diari di viaggio, ricordato per il suo talento naturale per il disegno. La sua arte fu apprezzata dalla famiglia reale inglese tanto che in alcune occasioni insegnò disegno alla regina Vittoria.
Compì viaggi in diverse regioni per l’epoca considerate esotiche come Grecia, Albania, Isole del Mar Jonio e Corsica pubblicando diari arricchiti da splendide illustrazioni.
Lear è ricordato anche per la sua vasta produzione di limerick (versetti umoristici “nonsense”), raccolti nell’opera “A Book of Nonsense” (1846) e per i suoi scritti di botanica ed alfabeti “nonsense” che nel 1870 riunì nel libro “Nonsense Songs, Stories, Botany and Alphabets”. Come pittore naturalista pubblicò una delle sue più belle opere zoologiche illustrate, dedicata ai pappagalli: “Illustrations of the family of Psittacidae or Parrots”.
Verso la fine degli anni ‘30 del 1800 si trasferì a Roma e, da lì, cominciò a viaggiare per l’Italia visitando, negli anni successivi, il Lazio, l’Abruzzo, il Molise. Nel 1847 dalla Sicilia raggiunse Reggio Calabria e ne visitò la provincia: una spedizione durata dal 25 luglio al 5 settembre, che lo condusse, insieme all’amico John Proby, sotto la guida locale di Ciccio e del suo asino, da una costa calabra all’altra attraverso i sentieri dell’Aspromonte. Un’esperienza che lo colpì molto per la scoperta di luoghi carichi di storia, per i villaggi siti in luoghi quasi inaccessibili, per i panorami così diversi da quelli anglosassoni. Le sue celebri memorie, “Journals of a landscape painter in Southern Calabria” pubblicate nel 1852 a Londra e tradotte in italiano nel “Diario di un viaggio a piedi”, rappresentano forse il primo resoconto illustrato di un’esplorazione della provincia di Reggio Calabria, un ritratto a tutto tondo di questa terra e dell’indole dei suoi abitanti.
Malgrado la fama europea di regione arretrata, aspra e pericolosa, Lear rimase colpito dalla cordialità ed ospitalità dei calabresi, ereditata dalle civiltà classiche del passato e, pertanto, considerata sacra. Il viaggio, ad anello, iniziò e si concluse a Reggio Calabria attraversando borghi grecofoni, colline, grandi fiumare, maestosi uliveti secolari ed agrumeti.
Nella sua opera Lear restituisce con efficace realismo paesaggi di grande suggestione, ritratti con ricchezza di dettagli in incisioni basate su schizzi o acquerelli realizzati durante il viaggio e racconta scene di vita di una Calabria immersa nel contesto storico del Risorgimento. Le insurrezioni che presto sarebbero sfociate nei moti rivoluzionari che interessarono il Regno di Napoli nel 1847 costrinsero Lear ad interrompere il viaggio, impedendogli di visitare le restanti province calabre. Ci ha lasciato però il ritratto di un altro Aspromonte.
Alcuni editori hanno stampato il suo “Diario di un viaggio a piedi” e diverse opere sono state curate dal saggista Raffaele Gaetano, massimo esperto di Lear. Dalla sua opera “Per la Calabria selvaggia” del 2022 per Laruffa Editore sono tratti molti dei disegni pubblicati nel sito.
Approfondimenti
Interessante confronto tra alcuni disegni di Lear e lo stato attuale dei luoghi
Saggio sull’opera di Lear a cura della prof. Francesca Paolino
In tempi recenti il viaggio di Lear, ribattezzato Il Sentiero dell’Inglese, è stato riscoperto e valorizzato divenendo il trekking più frequentato dell’Aspromonte.
Ma questa è un’altra storia che potete leggere in https://www.laltroaspromonte.it/storie/il-lungo-cammino-del-sentiero-dellinglese/
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