di Joseph Moricca
Narra la leggenda di una maga che da tempi immemorabili abita nelle viscere dell’Aspromonte a guardia dei segreti della montagna. In un giorno di pioggia in cui il cielo sembrava trascinare a valle ogni cosa, un vecchio pastore risalì la valle del Bonamico in compagnia del figlio giovinetto: voleva convincere la maga a placare la furia degli elementi. La donna apparve in un turbine di vento in cima alla montagna e, ascoltate le parole del vecchio, vide il giovane e se innamorò perdutamente. Ella allora chiese al pastore di avere in cambio il suo figliolo, ma quello rifiutò sdegnato. Accecata dall’ira, la maga batté un piede sulla montagna che, con enorme fragore, precipitò sul pastore seppellendolo. Il giovane, rimasto solo e disperato, pianse tutta la notte. A poco a poco le sue lacrime formarono un lago nel quale la maga – dicono i pastori di quelle parti – ancora di tanto in tanto va a specchiarsi.
Fin qui la leggenda ma per chi non vi crede il lago nacque nella notte del 3 gennaio 1973 quando l’alveo della fiumara Bonamico (San Luca), in un tratto a monte del centro abitato, fu improvvisamente ostruito da circa 12 milioni di metri cubi di materiale in frana che precipitò da un costone ad una velocità assai elevata. Alcuni capi di bestiame vennero travolti ma per fortuna non si ebbero né feriti né perdite umane.
A monte dello sbarramento, nel giro di pochi giorni, l’acqua della fiumara riempì il bacino creando un lago di notevoli dimensioni che dagli anni ‘80 in poi fu meta di migliaia di escursionisti attratti dalla singolare bellezza del paesaggio.
Inizialmente il lago fu chiamato “degli oleandri”; successivamente venne denominato Costantino, in quanto la località dalla quale si staccò la frana ospita i ruderi di un monastero d’origine basiliana segnalato tempo addietro dal prof. Domenico Minuto.
Questa meraviglia naturale a distanza di circa trent’ anni dalla sua nascita è scomparsa del tutto a causa dell’inevitabile cospicuo trasporto solido di materiale alluvionale proveniente da monte che pian piano ha interrato il lago. La fiumara è tornata padrona e oggi solo chi conosce questa particolare storia riesce a distinguere il luogo esatto dove avvenne il singolare fenomeno.
Nel corso della sua vita il lago e il bacino che lo ospitò furono oggetto di interesse da parte di importanti centri di ricerca italiana ed europea per studiare e monitorare la situazione morfologica e stratigrafica che ha caratterizzato il raro evento della formazione di un lago naturale in un contesto geologico davvero singolare quale quello aspromontano.
In Italia i fenomeni franosi sono abbastanza frequenti data la particolare fragilità del territorio ed esistono un certo numero di laghi che si sono formati proprio a causa dello sbarramento di un corso d’acqua provocato da una frana. Si tratta quasi sempre di frane da “crollo” che interessano terreni in roccia compatta e che determinano sbarramenti piuttosto tenaci dando vita a laghi che possono durare anche secoli: es. laghi alpini di Molveno (Trento), Santa Croce (Belluno), Tenno (Trento), ecc.
Il lago Costantino si è formato a causa di una frana generata dallo scivolamento, su sottostante strato granitico, di un ammasso roccioso di tipo “sciolto” avente spessore di circa 30 metri, infiltrato da abbondante acqua meteorica. In questi casi il corso d’acqua demolisce in breve tempo la fragile diga naturale riportando la situazione ai livelli originari. Il piccolo straordinario lago Costantino, nonostante lo sbarramento non fosse particolarmente resistente, è durato circa trent’anni e cioè oltre ogni rosea previsione. Uno dei motivi di questa inaspettata “longevità” sta nel fatto che, dopo appena qualche giorno dall’evento, il Bonamico ha brevemente riempito il bacino formando il lago ma allo stesso tempo ha trovato una via d’uscita attraverso il corpo di frana e ciò ha permesso un flusso regolare dell’acqua a valle in perfetto equilibrio con il flusso dell’acqua proveniente da monte. Inesorabile poi l’interramento, come si è detto, a causa della cospicua quantità di detriti che la fiumara ha trascinato con sé decretando la fine di questo spettacolare laghetto aspromontano. La natura ha le sue leggi alle quali inutilmente tentiamo di opporci: la pioggia lo ha generato e la pioggia se l’è ripreso.
Postilla: può sembrare strana l’esistenza di una leggenda su di un lago, formatosi così di recente. Tale fenomeno tuttavia, in Aspromonte, è ricorrente tant’è che in una platea (elenco dei possedimenti) del Monastero di Polsi del 1685 è incluso uno specchio d’acqua. Infine, nel poema epico francese Chanson d’Aspermont del XII secolo, e poi nell’Aspramonte di Andrea da Barberino del XV secolo, il duca Namo, cavalcando per via montana da Reggio «verso Aspramonte», deve attraversare un grande fiume e poi si trova in una valle dove le pietre «rovinate dalla montagna» hanno formato «uno piccolo lago».
La leggenda è stata raccolta da Nino Armao nel 1985
Le foto sono di Antonio Delfino, Antonino Letto, Antonio Pelle, Alfonso Picone Chiodo, Archivio L’altro Aspromonte, Archivio CAI Edelweiss