A Sauccio vent’anni dopo
Sauccio è una frazione del comune di Bagaladi ma fondata da abitanti di Cardeto.
C’ero stato la prima volta negli anni ’90 in preparazione della guida del Parco d’Aspromonte e poi, studiandolo meglio, nel 2004. Ci sono tornato questo mese e ora ve ne racconto la storia singolare.§È posizionato a metà costa del versante in destra idrografica del torrente Tuccio, in posizione soleggiata, in un piccolo pianoro che costituisce la zona coltivata del territorio. Circondato da boschi di castagno e di leccio purtroppo negli ultimi decenni devastati da incendi.
La fiumara sottostante, il cui letto è molto stretto quindi con cascate e diversi salti, è ricchissima d’acqua. Molte sono le sorgenti d’acqua all’interno dell’abitato e lungo la strada che porta al torrente.
La storia di Sauccio è relativamente recente, infatti, fino alla fine dell’Ottocento non vi erano abitanti nella frazione e i terreni, di proprietà di famiglie residenti a Cardeto, venivano coltivati dagli stessi che facevano la spola tra Cardeto e Sauccio. Le uniche costruzioni erano dei pagliai che servivano da riparo temporaneo.
Agli inizi del Novecento, i figli dei vecchi proprietari iniziano a sposarsi e a stabilirsi definitivamente a Sauccio creando il primo nucleo della comunità saucciota. I primi fanno parte della famiglia Megale, che oltre a essere agricoltori, fondano una delle prime attività manifatturiere nella zona. Infatti, nella località ora detta Mulino, impiantano l’attività del battinderi (in italiano gualchiera o follone), antico sistema per l’infeltrimento dei tessuti di lana, e iniziano a sfruttare l’energia idraulica prodotta con le acque del vicino torrente.
Con tale attività si produceva l’orbace, particolare tessuto di lana infeltrita, con cui si confezionavano i mantelli e i calzoni dei pastori.
Il funzionamento ininterrotto del battinderi necessitava di molto combustibile per alimentare l’enorme caldaia e questo ha prodotto il veloce disboscamento dei due versanti del torrente.
Intanto, altre famiglie si erano stanziate sul territorio, che costruendo altre case crearono quello che oggi è il centro abitato.
Aumentano i terreni coltivati, l’attività di terrazzamento dei versanti e il convogliamento delle acque sorgive per l’irrigazione. Ha inizio così lo sviluppo della comunità.
Con l’inizio della guerra e l’imposizione della tassa sul macinato, l’antico battinderi viene convertito in mulino e inizia la macinatura dei cereali. Installano una teleferica e si sviluppano attività artigianali collaterali. La più importante è la costruzione delle ciaramelle che ha raggiunto il massimo sviluppo con Antonino Megale. La comunità saucciota si afferma sempre più sul territorio. Sono proprietari dei terreni che coltivavano e questo li pone in un gradino superiore rispetto agli abitanti del territorio circostante, per lo più coloni di grandi proprietari terrieri. Quindi la comunità, non solo si è sviluppata in maniera veloce, ma ha anche scelto le linee di sviluppo, senza imposizioni o costrizioni esterne.
Non senza eventi tragici come la morte nel 1951 all’età di vent’anni di Antonia Battaglia, colpita da un fulmine. La ricorda una targa posta lungo la strada.
Questo tipo di economia, basato sull’autosufficienza, ha retto fin tanto che il sistema del baratto non è stato definitivamente sostituito dagli scambi monetari.
Il bisogno di denaro ha provocato le prime migrazioni intorno agli anni ’60, che da allora non si sono mai arrestate. Gli ultimi nuclei famigliari, per lo più costituiti da persone anziane si sono trasferiti nei centri vicini, Bagaladi, Melito e Gallina, fino a provocare il totale spopolamento del sito che è avvenuto nel 2000.
Nonostante ciò, alcuni proprietari, anche se trasferiti altrove, curavano i terreni e manutenevano le loro case. Ma l’incendio del 2021 ha inferto un colpo mortale. È in totale abbandono, le case stanno crollando e la natura riconquista lo spazio che gli era stato tolto.
Una vita breve, poco più di un secolo e Sauccio è scomparso!
Ringrazio per le notizie Giuseppe Battaglia e Pina Tripodi. Approfondimenti:
a pag 153 lo studio realizzato nel 2004
https://www.laltroaspromonte.it/portfolio-articoli/segni-delluomo-nelle-terre-alte-daspromonte
Un’escursione a Sauccio è descritta a pag. 95 del libro
https://www.laltroaspromonte.it/portfolio-articoli/il-parco-nazionale-daspromonte
Un video d’epoca di una delle ultime gualchiere in Italia https://fb.watch/kMHa1JPvVu/
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