Nel 1915 gli Scout attraversano l’Aspromonte da un mare all’altro

Un gustoso racconto dai toni eroici, tipico dell’epoca. Tratto da Teofilo Maione, A.S.C.I. Scoutismo cattolico a Reggio Calabria, Città del Sole Edizioni.
Ecco una mia sintesi con tappe e tempi ma vi invito a leggere l’intera cronaca che riporto nelle immagini delle pagine del libro.
Partiti in 22 da Reggio Calabria alle ore 5 del 28 settembre 1915 sotto la direzione dell’ing. Andreoni giungono in treno a Bagnara. Al loro arrivo trovano il prof. Valbusa andatovi in precedenza per i preparativi, ed insieme ad esso ad attenderli il Consigliere comunale sig. De Leonardis e molti studenti dell’Istituto Tecnico e Liceo colà in vacanza. Vengono quindi ricevuti al Palazzo Comunale dal gentilissimo dott. Pignataro che offre prodigalmente rinfreschi e dolci. Visitata la bella sede comunale e scambiati auguri e ringraziamenti partono alle ore 8,30 per la montagna.
Transitando da Covala, Passo della Signora, Passo della Tavola alle ore 15 arrivano alla segheria De Leo in Aspromonte dove “li aveva preceduti il Capo squadra Ferrari che già aveva provvisto a mettere a fuoco la carne che fumava in modo consolante in una grande marmitta”.
Prima della cena però salgono al monumento di Garibaldi. Pernottamento alla meglio nella segheria.
“Al mattino del 29 prima di giorno erano tutti lestamente in piedi”. Si dividono in due gruppi. I più giovani alle 5.30, “dopo sonori urrà e squilli di tromba senza fermate alla 8.30” rientrano a Bagnara.
In 5 prendono la via della montagna e attraverso “la cresta di Monte Petrona e seguendo sempre il displuvio per il Monte Cuddeo” (ndr Caddeo) giungono alla vetta del Montalto per le 13.
“Ivi fecero una lunga e beata sosta godendo della magnificenza del sole e dell’immenso panorama che di lassù si ha sul Tirreno e sullo Jonio”. Dai Piani dei Reggitani sono a Polsi alle ore 19. Nonostante la grande affluenza di pellegrini il Superiore don Giosofatto Mittiga trova loro alloggio.
Al mattino del 30 partono “alla volta di Bovalino discendendo in tutta la sua lunghezza la Vallata della Fiumara Bonamico”. Il mattino del 31, col treno Diretto delle 6.25 erano tutti di ritorno a Reggio.

Il racconto pubblicato da Maione è apparso sulla rivista del CNGEI del 1915 e sul Corriere di Calabria diretto da Orazio Cipriani del 9 settembre 1915. Si ringrazia per i documenti forniti il giornalista dr. Filippo Praticò.
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